Tra Vallermosa e Villacidro,in una località montana a 800 m. di quotasi denominata “Matzanni” si trova un interessante sito archeologico.
Quando le condizioni metereologiche lo permettono la località diventa un belverdere aperto sulla piana del Campidano verso Cagliari e verso il nord est fino alle motagne del Gennargentu.Dall’ altro lato lo sguardo si spinge sulla piana di Iglesias e il mare occidentale.
La zona è nota da qualche centinaio d’ anni come “is tumbas de Matzanni” .Il nome si riferisce al fatto che sul finire dell’ 800 vennero rinvenuti per caso tre pozzi sacri che la fantasia popolare identificò come tombe.
La vicenda della scoperta e dei tentativi di “esplorazione “ del sito archeologico sono state un po’ rocambolesche,piene di contrasti e di punti ancora poco chiari.
La situazione attuale vede l’ importante località completamente abbandonata,preda di “tombaroli” che da sempre l’hanno fatta da padroni indisturbati. I pozzi sono in uno stato miserando mezzo crollati e continuamente “riesplorati” da curiosi che continuano a danneggiare le già precarie strutture. Di questo passo sul luogo resteranno solo dei mucchi di sassi mezzo sepolti dal fango e dalla terra ricoperti da erbacce e rovi.
La località non è mai stata esplorata e studiata adeguatamente con lavori sistematici.
Alcuni archeologi hanno invero studiato la località e le informazioni attuali derivano dalle loro intuizioni.
Uno studio sistematico è stato tentato da F. Sedda che si è dovuto limitare alla misurazione e descrizione ,peraltro accurata,dei monumenti.
Un tentativo di esplorazione e valorizzazione si è iniziato agli inizi degli anni 90 con fondi della comunità europea ma questo tentativo si è arenato dopo i primi lavori anche per la scomparsa del prof. Tore responsabile del progetto e referente presso la sovrintendenza.
Il progetto in questione prevedeva,secondo la strategia dello studioso alcune fasi preliminari come base,prerequisito per uno sviluppo completo delle ricerche ,esplorazioni e valorizzazione finale.
Le fasi, tenendo conto dell’ entità del finanziamento, sarebbero dovute essere le seguenti:
- sistemazione della strada d’ accesso che congiungeVallermosa col sito archeologico
- costruzione di un edificio-appoggio presso il sito
- costruzione di un museo per la valorizzazione dei risultati degli scavi
- pulizia del sito da sterpaglia e quant’ altro fosse di ostacolo ai lavori archeologici-delimitazione dell’ area archeologica stessa-dopo la pulizia la mappatura delle tracce per un eventuale scavo successivo che in questa prima fase non avrebbe dovuto aver luogo
- (il finanziamento prevedeva un lotto destinato a valorizzare le terme romane e la chiesa paleocristiana di Santa Maria in un ottica di percorso archeologico integrato)
- una volta realizzata la strada d’ accesso e il vano appoggio,Il professore avrebbe preso contatti operativi con università e fondazioni italiane e straniere con alcune delle quali esistevano già accordi di massima, per offrire loro la possibilità di poter studiare ed esplorare il sito con finanziamenti esterni
- Questo non escludeva che ,con l’ arrivo di eventuali finanziamenti adeguati non si potessero svolgere scavi autonomi da parte della amministrazione comunale col sostegno e la direzione della sovrintendenza archeologica,scavi che erano stati per il momento esclusi dal progetto con la motivazione che essi avrebbero dovuto essere risolutivi e non lasciare il lavoro a mezza strada con indicazioni più precise per gli scavi clandestini.
La costruzione del vano appoggio che, nelle intenzioni avrebbe dovuto servire da base per i lavori di scavo e da primo magazzino per eventuali reperti è stato costruito alcuni Km.lontano dal sito
La costruzione è stata da alcuni mesi da persone senza scrupoli che hanno portato via le porte interne ed altri arredi, è rimasta fin’ora inutilizzata .Anche il museo attende di venire valorizzato .
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